Tutto nasce a Materdei, rione napoletano tra la parte alta della cittИ e la collina dei Camaldoli, all’inizio del secolo scorso: qui nel 1901 la famiglia Starita avvia una cantina con rivendita di vini. È la dote che circa venticinque anni più tardi Antonio Starita, commerciante di vini con il fratello Enzo a Santa Lucia, dona al figlio Giuseppe in occasione del suo matrimonio con Filomena, proveniente da una famiglia di cuochi del Borgo Marinari: tra i diversi locali della famiglia, Giuseppe sceglie proprio quello di Materdei, zona all’epoca fuori dai confini cittadini e molto tranquilla. Qui, anche grazie all’intraprendenza e abilità culinaria di Filomena, il locale si amplia negli spazi e nell’offerta, diventando prima trattoria, poi anche friggitoria e infine pizzeria, impiegando alcuni pizzaioli di professione tra cui Gigino Magno che sposerИ una delle figlie della coppia. й con Antonio Starita, perШ, che il locale diventa un punto di riferimento per la pizza nel quartiere e non solo, e che il “rito della vera pizza Napoletana” si afferma proprio qui. Unico figlio maschio con quattro sorelle, a soli vent’anni in seguito alla prematura scomparsa del padre “Don Antonio” diventa il capofamiglia e, a partire dal 1961, rileva il locale a Materdei portando per la prima volta nel rione il servizio della pizza al tavolo, e rendendolo un indirizzo amato da intere generazioni di napoletani e sempre piЭ apprezzato e affermato in tutto il mondo. Un legame forte con il quartiere testimoniato ancora oggi dalla decisione di proseguire la vendita per l’asporto, con un forno dedicato, per non privare di questa possibilitИ le persone che negli anni hanno decretato la fortuna di Starita, pur avendo attualmente una clientela numerosa ed eterogenea. Tra gli eventi che contribuiscono alla fama del locale, nel 1954 la pizzeria diventa un set cinematografico durante le riprese del film L’Oro di Napoli, con la bellissima Sofia Loren nei panni di una pizzaiola. Ma è soprattutto grazie alla qualità della pizza, e all’impegno culturale profuso da Antonio Starita – in passato vicepresidente della APN-Associazione Pizzaiuoli Napoletani e presidente de Le Centenarie, l’Unione Pizzerie Storiche della città – per accrescere la conoscenza della pizza napoletana nel mondo, che il nome di Starita è tra i più rilevanti del settore. Un impegno che negli anni gli è valso numerosi riconoscimenti: dopo quello ricevuto nel 2000 da Papa Wojtyła nel corso del Giubileo del Pizzaiolo (quando, in rappresentanza dell’APN, donò al pontefice una stufetta per la vendita in strada della pizza facendo nascere la sua curiosità verso l’oggetto), nel 2013 ha ottenuto il Pioneer Award a Las Vegas, nell’ambito della manifestazione Pizza Expo, e anche un premio da parte della stampa straniera in Italia.
Successi che Antonio Starita commenta cosУ: “In tanti anni non ci siamo mai allontanati dalla tradizionalitИ e tipicitИ del prodotto, anche se abbiamo creato alcune innovazioni nel gusto. Il nostro menЭ si П arricchito ma la pizza conserva la sua identitИ classica di pietanza completa, saporita e a buon mercato. La pizza deve restare ancorata alla cucina popolare”. CosУ oggi, dopo piЭ di un secolo, la Pizzeria Starita di Materdei continua a essere un punto di riferimento per la pizza napoletana dove ogni giorno il suo rito si officia nel rispetto della tradizione – e di alcuni capisaldi come la cottura a forno a legna, gli impasti diretti e l’uso di prodotti genuini – ma con la necessaria apertura alle evoluzioni della societИ e delle generazioni che si avvicendano. Da alcuni anni infatti il timone П passato ai figli di Antonio e della moglie Rosaria Formisano, anchelei parte integrante del progetto: Giuseppe, indispensabile pizzaiolo e fornaio cresciuto alla corte del padre, e Filomena, che eredita dalla nonna il nome e la caparbietИ richiesta per gestire la sala e il piccolo bed and breakfast sopra la pizzeria, Starita Bed&Pizza. Nel mentre, oltre alla storica pizzeria a Napoli, locali con l’insegna di famiglia hanno aperto anche a Milano (2016), Torino (2018) e Firenze, nel 2021. E nel 2023 la pizza di Starita П arrivata pure a Bangkok, Tailandia.
Non troppo sottile e con un cornicione gonfio ma non esagerato, condita con generositИ, pensata per dare piacere a chi viene a sedersi ai tavoli apparecchiati in maniera semplice ma con garbo: la gente di Materdei, i napoletani, i turisti che arrivano qui da tutto il mondo per assaggiare pizze e fritti. Né “ruota di carro” né “canotto”, la pizza di Starita non fa concessioni alle mode ma solo al gusto, rispettando – a Napoli come altrove – la veracitИ essenziale di questo cibo popolare. L’impasto, gustoso e digeribile, segue la sapiente lavorazione tradizionale insegnata ad Antonio Starita da Gigino Magno, rivista negli anni con alcuni suoi accorgimenti necessari dall’evoluzione delle tecniche e dei prodotti: dall’avvento delle impastatrici all’impiego di farine di qualità, come la 5 Stagioni di Agugiaro & Figna. Il disco di pasta si veste di condimenti spesso classici ma anche piЭ originali, senza mai eccedere. Anche in questo, caso gli ingredienti sono scelti con cura e in osservanza alla tradizione: pomodori datterino o passata di pomodori, fiordilatte campano, salameVesuvio e via dicendo. E sulle pizze solo Pecorino Romano Dop, scelta che rispecchia le usanze e la disponibilità di prodotti di una volta, con l’unica deroga alle scaglie di Grana Padano che accompagnano fiordilatte, rucola e Crudo di Parma DOP sulla pizza Miss Italia. Tutte le pizze – disponibili anche con impasto senza glutine con una piccola maggiorazione – sono condite con un giro d’olio extravergine e appunto una spolverata di formaggio pecorino. L’apertura è affidata alle specialità della friggitoria, arte in cui la famiglia Starita si è sempre distinta: Angioletti (bastoncini di pizza fritti con rucola e pomodoro datterino), Fraticelli (calzoncini fritti ripieni di Provolone del Monaco DOP), Genovesine (pizzetta fritta con genovese napoletana e pecorino romano), Montanarine, Frittatine di pasta, Arancini di riso, CrocchП di Patate e altro ancora.
A dominare i menu di tutti i locali sono alcune icone della pizza partenopea, che qui diventano vere e proprie istituzioni nella versione “speciale” della casa: la Marinara Starita (che agli ingredienti della versione classica – passata di pomodoro, aglio, origano, basilico – aggiunge pomodoro datterino, Pecorino Romano DOP e pepe), e la Montanara Starita, dalla ormai leggendaria doppia cottura (base fritta e poi ripassata al forno, condita con ragЭ napoletano, provola affumicata, Pecorino Romano DOP, basilico). Tra gli Speciali Starita ci sono anche il Ripieno Starita (ripieno tondoì con ricotta, fiordilatte campano, salame Vesuvio, pepe nero, e a copertura passata di pomodoro, fiordilatte campano, prosciutto cotto, funghi champignon, Pecorino Romano DOP, basilico) e le Corna di Maradona, gustoso omaggio al goleador argentino: pasta di pizza arrotolata e fritta, ripiena di ricotta di pecora, cicoli napoletani, pepe nero. Solo in versione classica la Margherita, la regina delle pizze condita con passata di pomodoro, fiordilatte campano, basilico. Talmente perfetta nella sua essenzialitИ non ha bisogno di variazioni ma solo di una realizzazione impeccabile: non П margherita, П Starita! A Napoli come nelle altre pizzerie italiane il menu prevede – oltre agli Speciali Starita e alle Classiche – anche la sezione Le Sfiziose (tra cui la S.T.G. Napoletana con passata di pomodoro San Marzano, bocconcini di bufala, basilico, la Vesuvio Special con pomodoro del piennolo del Vesuvio giallo e rosso, bocconcini di bufala, pancetta pepata, basilico, e la Monaciello con pomodorino rosso del Piennolo del Vesuvio, provola affumicata, coppa di Parma, provolone del monaco DOP, basilico) e le Fritte.
I menu di Torino, Milano e Firenze propongono in aggiunta quattro proposte di Insalate Scomposte – un’idea fresca e leggera che porta sui crostini di pizza cotti nel forno a legna ingredienti come Mozzarella di bufala, rucola e pomodoro datterino, Bresaola, scaglie di parmigiano, rucola e pomodoro datterino, Prosciutto crudo di Parma, scaglie di Grana Padano, rucola e pomodoro datterino o Burrata pugliese, rucola e pomodoro datterino – e una piccola scelta di dolci tipici partenopei che affiancano i deliziosi Angioletti dolci alla Nutella o con crema di pistacchio artigianale.
Dal 1901, anno in cui fu fondata “Starita a Materdei”, destinata a diventare poi “Pizzeria Starita”, sono passati 122 anni esatti: oggi la pizzeria puШ contare su 55 dipendenti e un fatturato di 3 milioni di euro ed П una vera e propria fucina gastronomica del lievitato più famoso d’Italia. Se la forza dei locali e del marchio sono il legame con la tradizione e il rispetto di valori che da oltre cento anni ne caratterizzano la proposta – a cominciare da freschezza, semplicitИ e convivialitИ – non manca la capacità di accogliere l’innovazione aprendosi alla comunicazione e al marketing internazionale. Dopo la nascita degli indirizzi di Firenze, Milano e Torino e in vista della recente apertura internazionale a Bangkok, il marchio ha visto un importante rebranding in collaborazione con lostudio Luther di Roma. Starita, infatti, non è solo un’insegna ma è la materializzazione di anni di ricerche, competenze ed esperienza maturata sul campo. Per questo ogni locale П stato studiatoper avere una propria anima, pur con un forte fil rouge che collega i ristoranti di Napoli, Milano, Firenze e Torino. Il progetto grafico coinvolge tutta l’identità visiva di Starita, definendo un nuovo linguaggio dicomunicazione incentrato sul concept creativo “Il Rito della Pizza” e sui valori sopra menzionati.
Nel 2024 è stata premiata dalla Guida Forbes tra le 100 eccellenze italiane.