L’Uzbekistan e l’Italia, la lirica come ponte di civiltà

da | Dic 9, 2024 | askanews

Roma, 9 dic. (askanews) – Al Teatro Italia di Roma è andato in scena il tributo all’Opera Italiana e Uzbeka dell’Orchestra Sinfonica del Gran Teatro accademico statale dell’Uzbekistan nell’ambito delle giornate culturali dello stato asiatico.Il Maestro Ramiz Usmanov ha guidato per la prima volta in Italia la più famosa e importante orchestra uzbeka che ha eseguito brani classici di Puccini, Verdi e del maestro Uzbeko Suleiman Yudakov. Un legame saldo, quindi, quello tra la culla della musica lirica mondiale, l’Italia, e il paese che si definisce il ponte di civiltà grazie alla sua cruciale posizione geografica tra Occidente e oriente. Fabio Andreotti, tenore italiano presente al concerto, ha sottolineato come lo scambio musicale tra questi due paesi può dar vita ad una sorta di via della seta culturale. Abbiamo parlato con il tenore, Fabio Andreotti: “Molti, molti paesi apprendono l’italiano per fatti culturali, cioè c’è tutto il Giappone, l’Oriente, la Corea, adesso la Cina, e poi tutti questi paesi che sono i paesi dell’ex Unione Sovietica. L’Uzbekistan è abbastanza uno snodo perché era l’inizio della via della seta. La nuova via della seta è una via culturale, non è stata fatta di scambi. L’Italia ha molto da insegnare e questi paesi hanno anche molto da dare, cioè nella produzione artigianale, artistica”.Non solo musica nelle giornate culturali dell’Uzebkistan: il concerto, condotto dall’orchestra intitolata al poeta quattrocentesco Alisher Navoi, è la conclusione di un anno di appuntamenti con la cultura locale. Infatti all’Università Ca Foscari di Venezia e alla Galleria degli Uffizi a Firenze sono andate in scena le mostre uzbeke e alla Mostra internazionale d’arte della Biennale di Venezia il panel nazionale uzbeko. È poi intervenuto il Vice Ministro della Cultura dell’Uzbekistan, Yusufjon Usmonov: “Oggi abbiamo avuto un incontro con Gianmarco Mazzi, Vice Ministro della Cultura Italiano, e abbiamo discusso i prossimi passi. Nei prossimi anni inviteremo artisti italiani a partecipare ai festival musicali che si terranno in Uzbekistan. Organizzando questo tipo di eventi possiamo creare maggiori opportunità per la promozione reciproca delle culture dei nostri paesi. L’Uzbekistan ha una ricca storia culturale, con festival come il Festival di Lazghi, di danza tradizionale, lo Sharq Taronalari, festival delle melodie orientali organizzato ogni due anni a Samarkanda, con partecipanti da oltre 100 paesi e il Festival Makom, festival di musica tradizionale con rappresentanti da 80 paesi. Tutti questi festival sono molto famosi in tutto il mondo. Ciò dimostra che la cultura uzbeca sta diventando sempre più famosa tra le nazioni”.La musica può essere quindi un veicolo fondamentale per esportare il modello italiano nel mondo. Ancora oggi l’opera ha una valenza universale e un pubblico come quello dell’Uzbekistan pronto ad innamorarsene.

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