Roma, 29 gen. (askanews) – Da quando Nijeem Osama Almasri è rientrato in Libia “Ho provato un enorme senso di tradimento. Ma non solo, ho provato un enorme senso di paura. Paura per le persone che sono ancora in Libia, paura per le donne e i bambini che subiranno torture e stupri, ma anche paura per la gente comune libica, che alla fine ha contribuito enormemente al nostro lavoro e al lavoro della Corte penale internazionale per garantire che Almasri venga ritenuto responsabile. Ma ora è tornato e viviamo in una grande delusione. Ma questa delusione non finisce qui perché l’Italia ora condivide equamente la responsabilità del sangue delle persone uccise e assassinate attraverso il sistema di Almasri”. Così David Yambio, sudanese di 27 anni, imprigionato e torturato nel famigerato carcere libico di Mitiga, oggi rifugiato in Italia e portavoce di “Refugees in Lybia”, intervenendo ad una conferenza stampa alla Camera dei Deputati.
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Per Michele Minchillo, lo chef del ristorante 1 Stella Michelin Vitium di Crema (CR), novembre sarà un mese ricco di eventi. Ospite, per la prima volta, alla Fiera del Tartufo Bianco d’Alba, sarà protagonista di tre importanti appuntamenti: una...