IVAN ZAZZARONI: GIORNALISMO SPORTIVO FINITO CON L’ERA DEI SOCIAL
di Emilio Sturla Furnò
La passione per il calcio nata da ragazzino. Ma il primo vero goal lo ha segnato con l’intervista al campione Socrates, suo vicino di casa nel periodo in cui abitava in Brasile dove si era trasferito per allenarsi con il Botafogo (n.d.r. squadra di calcio in serie A di Ribeirão Preto).
Da quella prima intervista, Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport – Stadio – di punti a segno ne ha raccolti tanti. Giornalista, commentatore sportivo, scrittore, Zazzaroni è entrato nelle case degli italiani come opinionista fisso di numerosi programmi tv dedicati allo sport e con il ruolo di giudice del popolarissimo format tv su Rai Uno Ballando con le Stelle di Milly Carlucci.
Nei pronostici vinco sempre – ha precisato durante un recente dibattito televisivo – Zazzaroni non le manda mai a dire ai suoi interlocutori negli storici salotti tv, da La Domenica Sportiva a Tiki Taka, da Pressing a Un Mercoledì da Campioni, solo per citarne alcuni.
La passione per lo sport iniziata da bambino. Voleva fare il calciatore?
Io sono sempre stato calciatore: amavo il campo, la squadra, lo spogliatoio, la condivisione dei risultati. Non l’avrei mai fatto professionalmente, questo no: non avevo la testa del calciatore. E volevo crescere, migliorare.
IVAN ZAZZARONI: GIORNALISMO SPORTIVO FINITO CON L’ERA DEI SOCIAL
Come è arrivata la scelta di diventare giornalista sportivo?
La mia seconda passione: ho cominciato a scrivere dal Brasile, dove mi ero trasferito temporaneamente. Poi, inizio anni 80, grazie a un amico dei miei – Peppino Cellini – sono entrato alla Gazzetta dello sport. Fortuna e talento.
E tanta ambizione. L’incontro decisivo prima con Gianni Cancellieri e, in seguito, con Italo Cucci, un padre, un amico, il punto di riferimento.
Come si riconosce un vero atleta?
Dai successi e dalla capacità di rialzarsi dopo una sconfitta.
Sempre più spesso gli atleti diventano delle star. Troppi riflettori possono portare a pressioni e rappresentare un pericolo per la concentrazione e la preparazione di uno sportivo?
Certamente, ma se non sei in grado di affrontarli e controllarli, non sarai mai un campione.
Come è cambiato il giornalismo sportivo?
Non esiste più da quando ci sono i social e la rete ruba i contenuti ai giornali.
Con Davide Cassani e Pier Bergonzi, è autore di Pantani. Un eroe tragico. Un atleta, oggi, dimenticato?
Perché dimenticato? È sempre presentissimo, non foss’altro per tutto ciò che ha accompagnato la sua morte. Era un fuoriclasse assoluto.
Quali consigli darebbe a giovani che sognano di diventare giornalisti sportivi?
Non do mai consigli perché non so accettarli: uno sì, buttati. La sola persona che ascolto è la mia compagna, giornalista pure lei, e di altissimo livello.
Lei è anche un volto molto apprezzato della tv. Scelto da Milly Carlucci, ricopre il ruolo di giurato di Ballando con le Stelle da diversi anni. Come è nata questa avventura?
Da una telefonata di Bibi Ballandi alla quale ha fatto seguito quella di Milly. Ho voluto sfidare me stesso per la prima volta.
Cosa osserva, principalmente, nelle esibizioni dei concorrenti del format tv?
L’attitudine al ballo.
E cosa ritiene di dover premiare?
L’attitudine, l’impegno e il rispetto. Tra i concorrenti delle varie stagioni ho apprezzato particolarmente Andrew Howe.
Sport e danza cosa hanno in comune?
Il piacere, il divertimento, la fatica, il risultato.
Qual è, a suo avviso, il segreto del successo di Ballando con le Stelle?
È onesto e piacevole, inoltre si aggiorna continuamente, è sempre attuale, grazie al lavoro di Milly e dello staff.