Nomisma: ortofrutta italiana soffre tra clima e concorrenza estera

da | Mar 26, 2025 | askanews

Bologna, 26 mar. (askanews) – L’ortofrutta italiana è sotto pressione per l’effetto combinato di fattori climatici, fitosanitari, normativi ed economici, con le produzioni frutticole che segnano cali strutturali che si traducono in un saldo commerciale negativo e in una crescente dipendenza dall’import. E’ quanto emerge dal report esclusivo “Ortofrutta italiana tra crisi produttive, sfide globali e resilienza cooperativa” realizzato da Nomisma e presentato oggi a Bologna durante il convegno organizzato da Apo Conerpo.Secondo la ricerca, illustrata da Ersilia Di Tullio, responsabile Strategic Advisory di Nomisma, le superfici ortofrutticole nazionali stanno subendo significative contrazioni, soprattutto per quanto riguarda pere, pesche/nettarine e kiwi. Le importazioni di kiwi sono raddoppiate (+108% in dieci anni), mentre le pere hanno visto dimezzare l’export e aumentare del 13% gli arrivi dall’estero.”Bisogna considerare quanto sia strategica l’ortofrutta per il sistema produttivo italiano – ha spiegato Di Tullio -. Il 28% della produzione agricola arriva dall’ortofrutta, pur occupando soltanto poco più di 1 milione di ettari. Quindi grande valore aggiunto per unità produttiva”. La responsabile ha aggiunto che “la frutta oggi più di altre produzioni ortofrutticole soffre veramente per tutta una serie di elementi negativi: il cambiamento climatico, la necessità di difendersi da organismi nocivi e insetti alieni, purtroppo con armi un po’ spuntate”.A gravare sul sistema ci sono anche l’aumento dei costi di produzione (energia +107% dal 2019, manodopera molto più cara rispetto a Spagna e Grecia) e la drastica riduzione delle molecole autorizzate per i trattamenti fitosanitari, che oggi rappresenta una delle minacce più gravi per la sostenibilità produttiva.Il report evidenzia inoltre come nel 2023 il 48% delle aziende ortofrutticole abbia riportato perdite economiche direttamente collegate a eventi climatici estremi, con una forte concentrazione dei danni nei mesi chiave per la fioritura e l’allegagione. L’Emilia-Romagna, in particolare, ha visto concentrarsi il 13% degli eventi avversi avvenuti in Italia tra il 2015 e il 2024.

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