Rezzato, 8 apr. (askanews) – La leishmaniosi non ha più confini, né nazionali né regionali. La malattia, conosciuta e temuta dai proprietari di cani, è ormai endemica in tutta Italia e lo scenario epidemiologico è in evoluzione anche in Europa. Come zoonosi trasmissibile la Leishmaniosi, oltre alle implicazioni di clinica veterinaria, ha anche ricadute sulla sanità pubblica ed è in questa prospettiva che esperti di fama nazionale e internazionale, provenienti dal mondo della ricerca, dalle istituzioni sanitarie e dalla medicina umana e veterinaria hanno partecipato a “STOP alla Lesimania in 3-ACT”, un evento multidisciplinare promosso da Boehringer Ingelheim e con il patrocinio di ANMVI, tenutosi nei giorni scorsi a Rezzato, per aggiornare e informare gli operatori sanitari sull’importanza strategica della prevenzione di questa malattia. Abbiamo parlato com Domenico Otranto, Dipartimento di Parassitologia dell’Università di Bari: “È importante parlare di leismagnosi perché è una malattia che è endemica in tutto il territorio italiano, è presente su tutto il territorio italiano, è trasmessa da un piccolo insetto che inocula questo parassita, è una malattia che nel cane difficilmente viene curata, quindi è fondamentale prevenire l’infezione attraverso l’impiego di sostanze repellenti e di insetticide, cioè evitare che questo piccolo insettino possa trasmettere la leishmania”.È poi intervenuto Alessandro Bartoloni, Professore Ordinario di Malattie Infettive e Direttore Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, Università degli Studi di Firenze: “Quando parliamo di malattie zoonotiche che interessano sia gli animali che gli umani è importantissimo che ci sia una collaborazione tra il medico che cura gli umani e il medico che cura gli animali, è importante trovare occasioni per poter condividere gli aspetti che riguardano i due diversi settori che sono molto legati l’uno all’altro per avere degli interventi che possano prevenire le infezioni”.Le strategie per sconfiggere la Leishmaniosi si inscrivono nel paradigma dell’approccio One Health, in particolare per l’azione di controllo che si può mettere in campo attraverso il trattamento preventivo dei cani. Abbiamo parlato con Gioia Buongiorno, Ricercatrice Dipartimento Malattie Infettive Istituto Superiore di Sanità (ISS):”È importante parlare di leishmania perché è una malattia zoonotica endemica nel nostro paese, come tutto il bacino del Mediterraneo. L’Istituto superiore di sanità è molto attento a questo tipo di approccio. Infatti ha finanziato diversi progetti di ricerca”.La prevenzione inizia dal cane e per questo va incentivato il più possibile il rapporto tra medici veterinari e pet owner, che devono rivolgersi a questa figura come riferimento fondamentale per la salute del proprio pet.Infine è intervenuto Emanuele Ferraro, Head of Pets&Equine Boehringer Ingelheim Animal Health: “L’approccio One Health è estremamente essenziale per noi, basti pensare che oggi in Italia una famiglia su due è un animale da compagnia, quindi questo rende imprescindibile un approccio che consideri da una parte la salute animale, senza trascolare però quella che è la relazione, la correlazione del rapporto tra animale ed essere umano. All’interno di questo binomio, sicuramente la figura che stiamo cercando di mettere sempre al centro come rilevante nel rapporto animale e proprietario è quella del petico veterinario”.
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