Roma, 14 apr. (askanews) – Il 10 aprile la prestigiosa sede della Pontificia Università Gregoriana, ha ospitato la 12a Conferenza Scientifica Internazionale: “Cristianesimo in Azerbaigian: Storia e Modernità”, organizzata dall’Ambasciata della Repubblica dell’Azerbaigian presso la Santa Sede, in collaborazione con il Centro internazionale per il multiculturalismo di Baku, l’Istituto di Storia ed Etnologia dell’Accademia Nazionale delle Scienze dell’Azerbaigian e la Comunità Religiosa Cristiana degli Albano-Udi.Opportunità unica, l’evento ha riunito studiosi, ricercatori ed esperti da vari Paesi per esplorare vari aspetti del cristianesimo in Azerbaigian, tra cui prospettive storiche, archeologiche, etnografiche, linguistiche e contemporanee. A portare i saluti di apertura, l’Ambasciatore dell’Azerbaigian presso la Santa Sede, Ilgar Mukhtarov. Nelle sue parole, l’ambasciatore ha evidenziato il ruolo dell’Azerbaigian, collocato al crocevia di Europa e Asia e luogo di incontro di differenti civiltà, culture e religioni. L’Azerbaigian, ha sottolineato, rappresenta “una delle più antiche aree del cristianesimo e patria della Chiesa Apostolica Albana”. Terra di multiculturalismo e secolarismo, l’Azerbaigian costruisce costantemente ponti di comprensione, rispetto e compassione attraverso culture e fedi, ha concluso l’Ambasciatore.E’ stata poi data lettura degli indirizzi di saluto di Sua Eminenza il Cardinale Claudio Gugerotti, Prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali e di Sua Eminenza il Cardinale George Jacob Koovakad, Prefetto del Dicastero per il Dialogo Interreligioso, che hanno sottolineato il valore simbolico di apertura e scambio dell’Azerbaigian la cui tradizione cristiana affonda le sue radici nell’epoca dell’Albania caucasica.Alla conferenza è intervenuto il Prefetto Apostolico della Chiesa Cattolica in Azerbaigian, Vladimir Fekete, primo vescovo della storia moderna di questo Paese: “Voglio soltanto esprimere la gratitudine verso l’Altissimo che dopo tante persecuzioni sotto l’Unione Sovietica e con l’indipendenza dell’Azerbaigian anche la Chiesa cattolica ha potuto iniziare a sviluppare la sua presenza e il suo servizio. All’inizio siamo stati invitati soprattutto al servizio dei fedeli e dei cattolici stranieri ma man mano abbiamo potuto coltivare il primo gruppo della Chiesa locale. Posso confermare che il popolo dell’Azerbaigian è molto aperto verso gli stranieri, molto cordiale e accogliente e con l’aiuto di Dio e anche del governo possiamo sviluppare i suoi progetti umanitari anche di annunciare il Vangelo di Gesù Cristo. Una cosa che è sorprendente per i nostri visitatori è che siamo secolari dove la religione è divisa dal governo ma dall’altra parte il governo capisce molto bene che le radici sono molto importanti. Anche per questo il capo dello Stato Alyev ogni anno fa un aiuto finanziario per le chiese tradizionali presenti nel Paese” Il Capo della Comunità Religiosa Cristiana degli Albano-Udi, Dr. Robert Mobili ha posto l’accento sulla tolleranza del popolo dell’Azerbaigian: “Ancora oggi in Azerbaigian e in tutto il mondo si sono organizzate diverse conferenze come questa che hanno l’obiettivo di vedere il livello di multiculturalismo e tolleranza presenti in Azerbaigian. Il fatto che le diverse etnie della popolazione azerbaigiana, come gli Udi dell’Albania caucasica, sono riuscite a conservare le loro religioni e le loro tradizioni dimostra che il popolo azerbaigiano è uno dei più tolleranti del mondo”. Philipp Ekozyants, Ricercatore di origine armena ed Editore della casa editrice Kluchar, ha infine preso la parola: “Il discorso qui è l’Antica Albania caucasica. Oggi tutti i ricercatori sono qui riuniti per discutere questo argomento e sicuramente questo porterà ad un risultato non importa quale”.
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