Il futuro di ‘Italian Padel’ del visionario Claudio Galuppini
In arrivo una campagna di crowdfunding rivoluzionaria!
2.500 campi installati, 750 circoli, 300.000 appassionati; fuori confine le strutture si attestano a oltre 1.000, le nazioni coinvolte 28 e l’indotto indiretto generato di oltre 2.000 nuovi posti di lavoro.
E’ l’impressionante successo di Claudio Galuppini e della sua “Italian Padel”, realtà che vede coinvolti anche amici e simpatizzanti, noti personaggi dello sport, della cultura e dello show-business, tra questi Alessandro Borghese, Diletta Leotta, Max Giusti, Gianluca Gazzoli, Riccardo Ferri, Demetrio Albertini, Antonio Cassano, Francesco Totti, Gabriele Corsi, Roberto Donadoni, Antonio Signore e molti altri…
L’imprenditore bresciano, autore del volume “Forgiato dalla vita”(Storia di un ragazzo di strada – diventato un imprenditore di successo), è il pioniere e deus ex machine che – prima di ogni altro – ha sdoganato e contribuito ad espandere uno dei nuovi sport attualmente più in voga nel panorama internazionale e che sta ormai entrando di diritto nella vita quotidiana di molti appassionati.
LA NASCITA DI “ITALIAN PADEL”
La prima sfida è il Foro Italico, durante gli Internazionali d’Italia. Galuppini scommette tutto su due campi di ultima generazione e una pedana di 1.200 metri quadri, con un dislivello di oltre 2 metri. I campi Italian Padel diventano un riferimento per un livello nazionale.
Sopraggiungono anche i valori sociali. Si avviano le collaborazioni con associazioni che si occupano di disabilità, monitorando i benefici psico-fisici dello sport.
E a seguire partecipa al progetto Coldiretti, che promuove un’alimentazione sana nelle scuole, abbinata al padel, nel 2023, dona due campi al comune di Amatrice, contribuendo al rilancio sportivo della comunità dopo il devastante terremoto, e l’anno successivo incontra la Onlus Nida di Torino, associazione che con i suoi supereroi si reca negli ospedali pediatrici regalando momenti di spensieratezza ai bambini colpiti da malattie rare.
Galuppini elargisce quattro campi al centro sportivo polivalente della Onlus, il cui ricavato andrà a supportare i bambini e le loro famiglie.
“FORGIATO DALLA VITA”
Un coraggioso 25enne che, nel 1991, già padre di una bambina e senza particolari disponibilità monetarie, da semplice operaio saldatore sente il bisogno di cambiare il suo percorso di vita.
Su licenza, raccoglie i primi denari e apre una piccola officina di 100 metri quadri per la lavorazione del ferro.
Non solista. La sua giornata si divide in due fasi: nel diurno percorre 60 km per lavorare come artigiano in un’azienda, e la sera nella sua nuova officina.
Ma è la “casualità” dell’anno che segue a cambiare i ritmi della sua ‘conoscenza’. Si sa, la fortuna è dalla parte degli audaci. L’incontro con colui che diventerà il suo mentore, un esperto di ferro battuto, che gli svelerà tutti i segreti dell’arte della forgiatura a mano.
Galuppini ne rimase ammaliato e – da lì, non esitò ad evolversi giorno dopo giorno, perfezionandosi fino ai più alti livelli di professionalità. Azienda dunque, poi indottrinamento con il maestro e – dulcis in fundo – officina.
Non tarderanno le prime fiere del settore, dal successo inaspettato, che porteranno la ditta individuale a diventare Forgiafer Srl ; elementi forgiati per fabbri e commercianti siderurgici di tutta Italia. La bomba è deflagrata, Claudio ha compreso che la comfort zone non fa per lui.
Partono gli investimenti, sia negli immobili che nelle attrezzature e nei macchinari, fin quando – primi anni 2000 – arrivano i container dalla Cina che invadono il mercato e mettono a dura prova l’interno sistema del ferro battuto nazionale.
C’è immediata necessità di aria di cambiamento e l’imprenditore non si ferma, da azienda artigiana, Forgiafer diventa un’impresa industriale. Smette di produrre per terzi e decide di rivoluzionare il mercato, passando a prodotti standardizzati.
Brevetta un sistema di installazione semplificato, con cancelli già motorizzati installabili in soli 30 minuti, e in pochi anni aumenta il numero di dipendenti da 15 a 57, con un successo straordinario. 1.000 km di recinzioni e più di 50.000 cancelli, eppure il destino ha ancora in serbo per lui qualcosa di sorprendente.
Giunge la crisi edilizia causata da Lehman Brothers del 2008, e da 7,5 milioni il fatturato scende a 2,6 milioni nel 2015. E’ crisi mondiale, in diversi settori c’è scoramento tranne per Claudio, che non conosce la parola resa.
IN ARRIVO IL CROWDFUNDING, CE NE PARLA IL RESPONSABILE.
Claudio, cosa ci aspetta nel mondo del Padel entro settembre 2025?
Italian Padel annuncia il proprio obiettivo strategico per il 2025-2030: espandere la produzione di campi, coperture e platee in 135 Paesi del mondo.
Un piano ambizioso, supportato da nuovi brevetti progettati per risolvere criticità tecniche e logistiche nei diversi mercati, e da una linea di campi completamente rivoluzionari e tecnologici, in grado di coprire un nuovo mercato e soddisfare esigenze specifiche di ogni nazione.
Questa visione segna un cambio di passo nel mondo del padel: Italian Padel non propone solo impianti sportivi, ma soluzioni scalabili, sostenibili e ad alto impatto sociale.
Il progetto è rivolto ad investitori privati e istituzionali che credono nello sviluppo globale di questo sport e desiderano essere parte attiva di un network internazionale solido, inclusivo e in espansione globale.
Cos’è Italian Padel?
Non è una classica società che produce campi. È la visione di un imprenditore che ha fatto della propria etica sociale il cuore di un progetto.
Un progetto che nasce da un sogno profondo: migliorare il mondo che lo circonda. Attraverso la costruzione di campi, Italian Padel crea spazi che non sono solo luoghi di gioco, ma veri e propri luoghi di relazione, inclusione, e opportunità.
Ogni campo è un tassello di un’idea molto più grande: unire le persone, abbattere le barriere, dare valore alla comunità.
Italian Padel è questo: un’impresa che parte dal gioco per arrivare alla vita.
E come è nato tutto?
Italian Padel nasce da un’emozione. Dopo 35 anni lontano dallo sport, scopro casualmente il padel, ci gioco con i miei figli e mi diverto. Mi fa sentire vivo.
Ma la scossa vera arriva quando vedo quattro amici, uno dei quali in sedia a rotelle, che tornano a fare sport dopo vent’anni. In quel momento, capisco che il padel unisce, cura, restituisce.
Da lì si espande il sogno Italian Padel: non solo un campo da gioco, ma un luogo dove la vita riparte. Insieme.
Un po’ di lei. Operaio, allievo, artigiano, poi imprenditore, tanti sacrifici e il successo.
Provengo da una famiglia molto umile. Ho iniziato da zero come operaio, poi sono stato allievo, artigiano e – passo dopo passo – sono diventato imprenditore.
Ma prima di tutto, sono stato uno che non si è mai arreso e non ha mai mollato. Il mio percorso è fatto da grandi sacrifici, molte notti insonni, enormi preoccupazioni e responsabilità, mani sporche dal lavoro e un cuore sempre pieno di fede e di speranza.
Qual è il segreto per realizzare i sogni?
Il segreto? Non è solo lavorare duro. È davvero credere in quello che si fa. Avere una visione sempre più grande di te, che ti spinga ogni giorno ad andare oltre.
E poi serve passione, tanta, tanta passione. E un motivo profondo. Il mio sogno era chiaro fin da piccolo: migliorare il mondo che mi stava intorno. Non è stato facile. Ma ogni caduta mi ha insegnato qualcosa.
E ogni ostacolo, superato con amore e determinazione, mi ha portato un passo più vicino al mio sogno. All’inizio tutto era utopico e inimmaginabile ma con costanza e determinazione il progetto pian piano ha preso forma.
Ci parli di “Forgiato dalla vita”, il suo libro autobiografico.
E’ la storia di un uomo che apre il suo cuore e racconta una storia vera, fatta di cadute, risalite e sogni che sembravano irraggiungibili.
È il viaggio di un giovane cresciuto per strada, in mezzo alle difficoltà, che ha saputo trasformare la rabbia in forza, il dolore in visione, e la solitudine in determinazione.
Una condivisione, da un’infanzia difficile alla scoperta del lavoro come strada di riscatto, fino a diventare imprenditore.
Ma non è solo il mio racconto personale: è una testimonianza per le nuove generazioni, una voce che dice che si può cambiare vita, che si può scegliere di costruire, di amare ciò che si fa, e di restituire valore al mondo.
E’ previsto il secondo “appuntamento” letterario?
Nel 2025. La nuova pubblicazione è interamente dedicata al padel e al suo ecosistema in continua evoluzione. Un progetto editoriale che unisce esperienza sul campo, visione imprenditoriale e contributi di specialisti di settore.
Il volume esplora in profondità temi chiave come la gestione dei circoli, la preparazione fisica e mentale dei giocatori, l’alimentazione e l’approccio psicofisico, offrendo strumenti utili sia per i professionisti che per gli appassionati in genere.
Darò voce a una community attiva e appassionata, fatta di circoli, giocatori e investitori, tutti accomunati dall’amore per uno sport che unisce performance e convivialità. Un’occasione per rafforzare il legame con il brand Italian Padel, punto di riferimento per chi vede in questo sport non solo un gioco, ma anche un’opportunità di crescita culturale, imprenditoriale e relazionale.
Futuro del Padel? C’è molto ancora di sommerso?
Ciò che oggi vediamo è solo la punta dell’iceberg. Il vero potenziale del padel deve ancora emergere.
Per realizzarlo, bisogna partire dal basso: dai bambini, dall’inclusione, alla formazione includendo la forza sociale di uno sport capace di unire e abbattere le barriere.
Con Italian Padel stiamo costruendo un network solido e umano, dove ogni giocatore — dall’amatore al professionista — e ogni gestore e collaboratore di un circolo si sente parte integrante di un ecosistema che va oltre il campo.
Un marchio che garantisce qualità, comfort e visione. Non solo aree di gioco, ma spazi di relazione, crescita e appartenenza. Perché il padel è di tutti. E Italian Padel è la casa in cui tutti possono sentirsi protagonisti.
Oltre al Crowdfunding cosa si cela nei suoi nuovi progetti a medio e lungo termine?
Parallelamente all’espansione distributiva dei campi, nascerà il network in rete di circoli affiliati sotto il marchio Italian Padel, con format standardizzati e servizi integrati, capaci di offrire un’esperienza di gioco e accoglienza riconoscibile ovunque.
Questo sarà possibile grazie ad un progetto esportabile, supportato da una piattaforma digitale già tradotta in venticinque lingue, progettata per connettere gestori, giocatori e partner in ogni parte del mondo.
Un sistema pensato non solo per replicare il modello Italian Padel su scala globale, ma per costruire una comunità internazionale fondata su valori etici e sociali condivisi, dove la qualità del gioco si unisce alla forza delle relazioni e della visione comune.
Un consiglio da dare alle nuove generazioni? Crederci e credere nelle proprie risorse?
Se posso dare un consiglio alle nuove generazioni, è questo: credeteci, credeteci. Anche quando sembra tutto buio, vuoto e fermo, anche quando intorno c’è solo silenzio è lì che potete connettervi a qualcosa di più grande.
Le risorse che cercate, sono già dentro di voi. Io sono partito da zero, ma non ho mai smesso di crederci. Ho lottato, ho pianto, ho costruito, e passo dopo passo ho realizzato i miei sogni. E se ce l’ho sempre fatta io, ce la potete fare di sicuro anche voi.
Credeteci e credeteci ancora, l’unica ricetta è questa!!!