TFF, Béart e il racconto dell’incesto: io ora sto bene ma voi parlate

da | Nov 27, 2024 | askanews

Torino, 27 nov. (askanews) – Il coraggio di raccontare, denunciare, senza vergogna. Così ha fatto la regista e attrice francese Emmanuelle Béart che ha rivelato di essere stata vittima d’incesto. Al Torino Film Festival, oltre ad aver ricevuto il premio Stella della Mole, ha presentato il documentario “Un silenzio così rumoroso” (Un silence si bruyant) in cui si incitano le vittime di tutti i paesi del mondo a rompere i tabù e a parlare.”Ho realizzato questo documentario sull’incesto perché l’ho provato sulla mia pelle e da anni desideravo prendere questo mio vissuto così doloroso e farne qualcosa, trasformarlo – ha raccontato la regista – per dire che è possibile nella vita andare avanti, io sono riuscita a farlo grazie al mio mestiere che mi consente di esprimermi, verbalmente e fisicamente, sono riuscita a salvarmi la vita, non potevo dimenticarlo e ho voluto dire agli altri, anche se non è facile, che bisogna osare, bisogna trovare le parole per dire, raccontare…”.Il film è codiretto con Anastasia Mikova, documentarista attenta alle storie di donne, e raccoglie testimonianze di chi ha subìto un incesto ma che è riuscito a parlare. La prima cosa che si toglie ai bambini, dice Béart, è proprio la possibilità di dire quello che è successo, la speranza di essere creduti. “La situazione è cambiata – ha detto Béart – si è evoluta, ci sono persone che hanno trovato la forza di parlare, in Francia c’è una catena di solidarietà anche nella società civile. Ora molte più persone osano prendere la parola sul tema, il problema però è che le loro parole non sono considerate come dovrebbero”.”Abbiamo fatto progressi ma è incredibile che solo l’1% dei processi vengano vinti dalle vittime, in Francia 160mila bambini, una ragazza su 5 e un ragazzo su 12 subiscono l’incesto, è una realtà allucinante”.La regista ha ribadito di essersi salvata grazie al suo mestiere, ha potuto esprimere emozioni, lacrime e rabbia con il cinema: “Ho potuto fare questo documentario, credo mia abbia fatto bene, sento che per me è finita, ma questo non mi impedisce di aver voglia di continuare a portare il film in giro per il mondo e di continuare a educare e a farlo vedere agli altri, ma per me è una storia finita, adesso va molto meglio”.

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