Roma, 16 dic. (askanews) – Sono arrivati da tutta Italia per incontrare Papa Francesco in Vaticano. Sono in migliaia di volontari di AIL l’Associazione Italiana contro le Leucemie, i Linfomi e il Mieloma. Un”occasione per festeggiare i 55 anni dell’Associazione, che promuove e sostiene la ricerca scientifica contro i tumori del sangue, assistendo i pazienti e le loro famiglie nella cura e nella ricerca, anche sensibilizzando l’opinione pubblica. Abbiamo parlato con Giuseppe Toro Presidente Nazionale AIL: “Per noi è un grande onore oggi essere qui davanti al Santo Padre e festeggiare i nostri 55 anni. 55 anni è un’età matura, un’età di bilanci e i nostri bilanci sono positivi. La malattia leucemica ha fatto dei passi avanti, l’ha fatta grazie ai ricercatori, grazie all’impegno di tante persone, ma soprattutto con l’impegno della società civile. Il nostro impegno fondamentale resta la ricerca. La ricerca ci ha visto in prima linea in questi 55 anni e lo saremo ancora”.Simbolo dell’incontro una lucciola che, silenziosa, diffonde una luce di speranza nelle tenebre. Il messaggio scelto da AIL per l’incontro: “Insieme illuminiamo il futuro” custodisce il grande impegno in ambito sociosanitario, che l’Associazione porta avanti da decenni con instancabile impegno.”Ail è veramente la luce per i nostri pazienti, per i familiari e per gli operatori, perché la malattia del sangue, il tumore del sangue interrompe la vita, interrompe la quotidianità dell’esistenza. Le persone si ritrovano a vivere veramente nelle tenebre, in un momento di shock e in quel momento è importantissimo poter avere delle persone che possano guidarle, come i nostri volontari che sono molto formati, ma anche il servizio psicologico su cui l’Ail ha molto investito in questi anni”.Il Pontefice ha espresso la sua vicinanza ai malati ematologici ringraziando i volontari e i medici, che ogni giorno si spendono per sostenere AIL, ormai, punto di riferimento per i pazienti con tumore del sangue e per tutta l’Ematologia italiana. Un momento di grande emozione per chi fa del volontariato la propria missione “È un cammino difficile, molte volte anche al buio, colui che deve affrontare questa battaglia contro il male, ma c’è la speranza e sempre più bisogna che ci ricordiamo che la battaglia si sta vincendo in molti casi, per cui bisogna anche, poco alla volta, sapere che i medici sono lì per aiutare, gli assistenti, i volontari. Io non posso fare altro che parlare bene”. AIL guarda al domani con speranza e fiducia nella scienza attraverso un impegno costante negli anni, sempre dalla parte di chi soffre.
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