Carnevale. Due modi differenti di festeggiare

da | Feb 28, 2023 | Eventi&Cultura | 0 commenti

Dal Ballo del Doge alla sfilata dell’Egetmann. Dal Carnevale più esclusivo ad una delle sfilate tradizionali più singolari e di misteriose origini.

Colore e tanta fantasia per festeggiare l’evento più bizzarro dell’anno, il carnevale. Due modi differenti per mascherarsi, il Ballo del Doge a Venezia che quest’anno ha compiuto 30 anni e la sfilata dell’Egetmann a Termeno sulla strada del vino a 24 km da Bolzano, uno dei più originali cortei di carnevale di tutto l’arco alpino che si svolge solo negli anni dispari. The Greatest Dream. Yesterday. Today. Forever… Antonia – è il titolo de Il Ballo del Doge di quest’anno svoltosi nella Scuola Grande della Misericordia a Venezia con un mix di coreografie e atmosfere sceniche da “sogno di una notte di sabato grasso”. Un evento longevo, tre decadi di moda, costume e società con mutamenti non solo degli stili, ma anche del modo di fare spettacolo, d’intrattenere gli ospiti, i gusti e i sapori sulle tavole e, soprattutto le tecnologie.  Antonia Sautter è comparsa al centro del palco del piano inferiore della Chiesa della Misericordia, indossando un costume dorato in stile impero confezionato dal suo Atelier. Tra i partecipanti Federica Pellegrini nell’abito nero protagonista dell’edizione del Ballo del Doge 2019 “Magnificent Ephemeral”, accompagnata dal marito Matteo Giunta in costume Casanova, un piratesco Zucchero Fornaciari e la stilista spagnola Aghata Ruiz de la Prada, in un costume rosa pervinca. L’avvio dello show de Il Ballo del Doge è stato segnato dall’imponente incedere di un leone alato, accompagnato da una luminosa e avvenente “Venezia”, sospinto verso il palco centrale da un corteo dei protagonisti della Serenissima, capeggiati dal Doge. Nell’onirica atmosfera creata dal poetico volo di una coppia di arealisti, in body painting oro mat glitterato, Antonia Sautter ha dato il via ad una notte di festa dei sensi per i suoi ospiti. Mentre al primo piano della Scuola Grande delle Misericordia un poetico carosello di tableaux vivant riproponeva i personaggi e le maschere veneziane protagoniste di trenta edizioni de Il Ballo del Doge, in un crescendo di giochi sonori.
 Sul palco centrale lo scenografico taglio della monumentale torta di 10 piani, ispirata alla storia della Serenissima dal cake designer Renato Ardovino
La miccia che ha “acceso” l’idea di organizzare il primo Ballo del Doge, trent’anni fa ha dichiarato Antonia Sautter, la stilista e imprenditrice veneziana, anima e mente de Il Ballo del Doge fin dalla prima edizione, nel 1994,  è stata la fortuita collaborazione con Terry Jones dei Monty Python. 

“Il ricordo della prima edizione- dice l’imprenditrice- è una grande allegria e un pizzico di malinconia; ho perso mia mamma prematuramente e mi dispiace davvero che non abbia fatto in tempo a vedere quella che ritengo sia una “nostra” creatura. Non c’è edizione de Il Ballo del Doge in cui non riservi a mia mamma un pensiero speciale. È stata lei ad insegnarmi a credere ai sogni e al potere delle storie. Da brava veneta, lo ha fatto in modo molto concreto, insegnandomi che i sogni vanno realizzati con impegno, lavorando molto. Il Ballo del Doge è il mio sogno più autentico e ambizioso”. 

“Molti personaggi del mondo della moda e vip hanno partecipato a numerose edizioni.  Abbiamo anche un nutrito gruppo di affezionati ospiti internazionali, ma il “personaggio” che più ha preso parte a Il Ballo del Doge è senza ombra di dubbio Venezia! La mia amatissima città natale, la città in cui ho scelto di vivere è per me una musa e una fonte d’ispirazione continua. Il Ballo del Doge è un modo per renderle omaggio, anno dopo anno. Tenere viva la miglior tradizione del Carnevale veneziano è il mio atto d’amore per la mia città.

Tutt’altro genere, ma molto coinvolgente per la sua originalità e per l ‘attiva partecipazione quello dell’Egetmann, che si svolge a Termeno il Martedì Grasso negli anni dispari. Risale al 1501 è una divertente rievocazione storica di misteriose origini, una delle più antiche del Tirolo che saluta l’inverno e attende la primavera. Una lunga attesa per la festosa manifestazione, la precedente a causa della pandemia si è svolta nel 2017. L’Egetmann è l’uomo con l’erpice, simboleggiato da un pupazzo in giacca nera, che apre la sfilata. I partecipanti come in tutte le rappresentazioni più’ antiche, posso essere solo uomini, le figure femminili sono uomini travestiti. I preparativi iniziano subito dopo l’Epifania di ogni anno dispari con la costruzione dei carri e si protrae per quasi tutto l’anno, coinvolgendo quasi tutti gli uomini del paese. Una manifestazione di colore, fantasia e giocosità, ma soprattutto un atteso momento di aggregazione. Gli spettatori cercano tra la folla con fatica di trovare una posizione per vedere meglio, la maggior parte di loro con il telefono in mano per scattare le fotografie, ma anche attenti a non ricevere in faccia il pesce fresco o segatura o ad essere anneriti di fuliggine. Alla mattina del Martedì Grasso i “Wudelen”, grandi animali con mandibole in legno girano per le strade accompagnati da trombettieri, fracassoni e spazzini. Apre la sfilata un trombettiere, seguito dai contadini a cavallo con i loro servi e dai contadini che sventolano fruste (“Ausschnöller”). Poi giungono gli stradini, con il compito di tenere pulito e sgombro il percorso e tutta la popolazione contadina con gli antichi attrezzi per lavorare la terra che accompagna il carro carico di sementi, simbolicamente rappresentati da segatura, fieno e polvere. Ed ecco sfilare la figura centrale che ne è il simbolo, l’Egetmann Hansl, il pupazzo di paglia che compare vestito di giacca nera, cilindro e guanti bianchi. È accompagnato dalla sposa in abito nuziale alla quale è vietato bere vino, ma solo grappa. La carrozza nuziale viene accompagnata da variegate figure i consiglieri in frac e cilindro, le streghe, le lavandaie i cacciatori ed altri personaggi di fantasia. Il corteo che si snoda per le vie di Termeno si ferma ad ogni fontana dove il consigliere con l’ombrello sale su di una scala e aprendolo legge la proposta di matrimonio di Egetmann con gli altri due consiglieri. Nella ritualità agraria il matrimonio rappresenta il paesaggio delle stagioni. Tra i personaggi caratteristici: Il selvaggio (“Wilder Mann”), un demonio la cui origine si perde nei tempi, dall’aspetto pauroso. Si pensa che tutti i personaggi avessero in origine una maschera sul volto, l cacciatore, accompagna il selvaggio nella sfilata ed alla fine gli spara uccidendolo, rappresentando simbolicamente la fine dell’inverno (il selvaggio) e l’avvento della primavera (il cacciatore). E poi lo “Schnappvieh” o “Wudele”, una specie di coccodrillo senza orecchie, ricoperto di pelli e con corna e grandi mandibole sempre pronte a cercare prede. Viene sempre seguito dal macellaio che ad ogni sosta alle fontane ne cattura uno e lo uccide, chiudendo così il ciclo dell’inverno cattivo scacciato dalla primavera buona.  La parte tradizionale della sfilata termina con il mulino delle vecchie preso in prestito a Vipiteno e ormai incluso nella sfilata che macina le vecchie e le restituisce giovani e belle, accompagnato dal carro delle vergini e da “Zenzi” che non vuole diventare giovane. Cala il sipario dell’intensa giornata in attesa della primavera e dell’edizione 2025. 

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